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PROCEDURE E ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Codice: EDITORIALE CANTIERE


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PROCEDURE DI LAVORO E ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE Fonte: Manuale treeclimbing regione Piemonte

Il lavoro in treeclimbing necessita di una fase preliminare di valutazione e pianificazione degli interventi. Il ricorso a questa disciplina è infatti generalmente associato a situazioni in cui risultano difficili l’accesso e l’evacuazione del materiale di risulta, e alto è il rischio di arrecare danni ad immobili ed infrastrutture varie. Pertanto, al fi ne di garantire la massima sicurezza a chi opera (in chioma e a terra) e realizzare in modo corretto ed efficace l’intervento, nulla deve essere lasciato all’improvvisazione. In questa fase assume un’importanza fondamentale la redazione del Programma dei Lavori, inteso come vero e proprio strumento di lavoro che ha come finalità il miglioramento delle condizioni lavorative, la produttività e soprattutto la sicurezza. Sebbene la sensibilità a questi aspetti e la capacità di valutazione può essere maturata solo col tempo e l’esperienza in campo (non sempre positiva), di seguito si sintetizzano gli elementi che obbligatoriamente devono essere sistematicamente considerati e valutati e che, il prima possibile, devono diventare una procedura mentale propria dell’operatore in treeclimbing.

ISPEZIONE DELL’ALBERO

La prima valutazione viene fatta a carico dell’albero su cui si deve intervenire: è necessario verificarne la sufficiente stabilità ai fi ni della realizzazione degli interventi previsti; inoltre un’accurata analisi della struttura costituisce la base per evidenziare possibilità di ancoraggio e per impostare la sequenza dei lavori. Gli elementi da considerare sono:

difetti strutturali. Piante sbilanciate o con accrescimento irregolare in seguito a traumi possono essere molto pericolose e richiedere particolari soluzioni operative.

lesioni e cavità, anche non visibili. Di varia origine, possono rappresentare un elemento di instabilità, di gravità variabile in relazione alla loro estensione e disposizione rispetto all’asse del fusto e delle branche.

Presenza di funghi cariogeni. In particolare la presenza di corpi fruttiferi di più anni di sviluppo è un chiaro sintomo di deterioramento avanzato del legno. La loro presenza a livello del colletto può essere sintomo di un apparato radicale ormai compromesso, sebbene la porzione epigea dell’albero risulti apparentemente sana.

Presenza di insetti xilofagi o loro tracce. Si tratta di patogeni secondari che intervengono in situazioni di debolezza della pianta; possono evidenziare condizioni di pericolo nei casi di colonizzazione da più anni, spesso testimoniata dalla morte dell’ospite o da avanzati processi di degenerazione del legno. Altri insetti pericolosi, in questo caso solo per l’operatore, risultano calabroni, api, vespe e larve di lepidotteri urticanti.

Possibili punti di ancoraggio in quota. La loro presenza ed individuazione è determinante per la successiva impostazione del lavoro (vedi cap. 5 “Tecniche di risalita e spostamento in chioma”). Nel caso di piante morte è necessario stimare il tempo trascorso dal disseccamento. E’ una informazione importante perché, in relazione alla specie e alla durabilità del suo legno, si può valutare la possibilità di intervenire in condizioni di sicurezza.

ISPEZIONE DEL LUOGO DI LAVORO

 Il contesto in cui si deve intervenire (luogo di lavoro) può presentare caratteristiche tali da complicare la realizzazione dell’intervento, indipendentemente dalle condizioni fisiologiche e di stabilità delle piante su cui si deve intervenire. E’ quindi necessaria un’ispezione accurata dei seguenti ulteriori fattori di rischio e l’adozione delle opportune precauzioni:

• vicinanza di strade;

• presenza di linee aeree;

• vicinanza di edifici;

• presenza di infrastrutture o di altre piante;

• pendenza del terreno;

• confini dell’area.

IMPORTANTE: il climber non deve intraprendere la salita in pianta se ha valutato che non sussistono le necessarie condizioni di sicurezza, ad esempio per instabilità della pianta, condizioni atmosferiche sfavorevoli, pericoli oggettivi come eccessiva vicinanza a conduttori elettrici, etc. (art. 44 del D. Lgs 81/08).

IMPOSTAZIONE DEL LAVORO

Dopo aver raccolto le informazioni relative al soggetto arboreo e al luogo di lavoro, si passa alla fase organizzativa dell’intervento che richiede un’ulteriore serie di considerazioni:

• stima del tempo di lavoro e sua calendarizzazione;

• esigenza di collaboratori in chioma e a terra (composizione della squadra);

• possibilità/necessità di evacuare il materiale di risulta contemporaneamente allo svolgimento del lavoro in chioma;

• esigenza di personale per la sorveglianza e controllo dell’area di cantiere;

• possibile interferenza con operatori di altre ditte (ad esempio imprese edili operanti nello stesso cantiere) o fruitori dell’area (dal proprietario dell’area privata al fruitore del parco pubblico);

• scelta del sistema di arrampicata e dei relativi materiali  

• scelta dell’eventuale sistema di ritenzione e dei relativi materiali

PERSONALE

Sulla base delle soluzioni tecniche individuate in fase organizzativa si stabilisce quanti e quali operatori impiegare. Nel cercare di razionalizzare il lavoro del gruppo non bisogna esitare a coinvolgere una persona in più, soprattutto se questo è necessario per garantire un adeguato livello di sicurezza. Con l’aumento della complessità della situazione lavorativa diventa di fondamentale importanza l’affiatamento della squadra. La comunicazione tra operatori, verbale o gestuale, deve essere chiara, efficace e condivisa, collaudata a terra prima di iniziare i lavori; se necessario si ricorre all’uso di radio ricetrasmittenti montabili sul casco protettivo. Ogni componente della squadra assume un incarico preciso come definito nel Programma dei Lavori (vedi cap. 2.2.2.), per il quale deve essere adeguatamente formato. La suddivisione delle mansioni permette di ottimizzare i tempi lavorativi e, soprattutto, di aumentare il livello di sicurezza. Mediante un maggiore controllo reciproco fra i componenti della squadra si evita ad esempio l’occupazione delle zone pericolose durante le varie fasi lavorative. Ogni azione in quota che comporti un pericolo per il personale a terra, o che ne preveda la collaborazione, deve essere preceduta da un avvertimento/richiesta da parte del climber (operatore in chioma) e seguita da una risposta affermativa dell’operatore a terra che indichi il disimpegno delle zone pericolose e la prontezza dei collaboratori. La composizione della squadra deve prevedere sempre, oltre all’operatore in chioma, la presenza di un collega appositamente formato per intervenire nel recupero del climber in caso di infortunio.

Tempi

La stima dei tempi tecnici previsti per il lavoro in quota, necessaria anche per la valutazione economica dell’intervento, deve essere eseguita sulla base dei seguenti parametri:

• adeguato rapporto numerico fra climbers e operatore/i a terra;

• disponibilità di manodopera in caso di concomitanza con le operazioni di smaltimento;

• coordinamento delle attività al fine di agevolare i tempi del lavoro in chioma che, in genere, è l’aspetto che condiziona maggiormente l’organizzazione del lavoro;

• rispetto di eventuali orari di accesso al cantiere (ad esempio, in molte proprietà, bisogna adeguarsi agli orari del custode);

• sospensioni temporanee a causa di interferenze (ad esempio, in prossimità di una scuola, si sospenderà il lavoro negli orari di entrata ed uscita degli alunni);

• interruzione programmata del lavoro a causa del traffico stradale (ad esempio in prossimità di strade che non possono essere chiuse completamente);

• incidenza di clima e condizioni meteo (ad esempio in inverno l’orario lavorativo è contratto per il minore numero di ore di luce, in primavera per le piogge e i temporali).

SEGNALAZIONE CANTIERE

Nella disciplina del treeclimbing il luogo di lavoro non è propriamente assimilabile ad un cantiere edile, tuttavia deve essere segnalato in modo molto accurato, tenendo conto della scarsa attenzione dei passanti e della loro ancor più scarsa attitudine a guardare in alto! In molti casi si tratta di giardini o parchi dotati di recinzioni che possono essere chiuse allo scopo; in alternativa si deve circoscrivere la zona con transenne, nastro segnaletico ed altri elementi, associati comunque alla dovuta sorveglianza.

 È importante che la segnaletica utilizzata (nastro segnaletico, transenne, segnali stradali, cartelli indicatori etc.) sia:

 • ben visibile e leggibile;

• posizionata in modo adeguato e alla giusta distanza dalla fonte di pericolo;

• pertinente al pericolo che deve evidenziare.

Se l’area d’intervento coinvolge anche una porzione di rete stradale è necessario posizionare ulteriore segnaletica, oltre che in prossimità della zona interessata dai lavori, anche nella zona di approccio al cantiere, per indicarne l’inizio e, successivamente, il ritorno alla normale circolazione. In situazioni di questo tipo è importante fare riferimento a quanto previsto dal codice della strada e chiedere indicazioni specifiche alla pubblica amministrazione o alla polizia municipale.

 La zona pericolosa in caso di lavori in treeclimbing può essere identificata con un’area avente raggio pari al doppio di quello della proiezione a terra della chioma dell’albero oggetto di intervento. Spesso quest’area comprende infrastrutture o beni che non devono essere danneggiati; per far fronte a questa situazione è necessario adottare corrette tecniche di lavoro, in particolare sistemi di ritenzione, anche complessi.

GESTIONE EMERGENZE

La pericolosità della disciplina del treeclimbing, nonostante la pianificazione degli aspetti prima indicati, determina un elevato rischio residuo. Questo esige un’attenta valutazione relativa alla gestione delle emergenze che si possono verificare. L’insieme di queste valutazioni definisce il piano di emergenza, da inserire nel Programma dei Lavori. Il PdL deve essere redatto per ogni specifico cantiere tenendo conto delle particolarità della situazione lavorativa come analizzata nei punti precedenti. La sua reale efficacia è data dal dettaglio con cui viene curato e dalla precedente informazione e formazione di tutti gli operatori che intervengono sul luogo di lavoro.

 Si ricorda l’importanza di intervenire tempestivamente e con rapidità, soprattutto in riferimento al rischio di insorgenza di patologie da sospensione inerte.

 Affinché la squadra sia affiatata ed efficace anche su questo aspetto, maturando uno schema mentale a cui riferirsi per un rapido intervento in caso di incidente, deve conoscere:

 • possibilità di comunicazione con il servizio sanitario;

• fonti di pericolo intrinseche al cantiere (es. linee elettriche);

• via d’accesso verso l’infortunato in chioma (es. corda di emergenza predisposta);

 • collocazione e contenuto del kit di salvataggio in quota;

• procedura di emergenza:

- avvisare il responsabile del cantiere e gli altri componenti della squadra;

- valutare se vi è pericolo per i soccorritori;

- valutare le condizioni del ferito;

- chiamare il 118;

- mettere in atto procedure di recupero in quota;

- fare in modo che il ferito sia facilmente raggiungibile dal personale di soccorso;

- confortare il ferito se cosciente;

- valutare se iniziare la procedura di rianimazione se il ferito non è cosciente.

Il maggior rischio è a carico dell’operatore in chioma; per questo motivo la gestione delle emergenze è riferita in particolare alle tecniche di recupero dell’infortunato in quota, per le quali è stato elaborato un apposito capitolo (vedi “Tecniche di recupero di infortunato in chioma”).

ATTIVAZIONE DEL CANTIERE

Una volta affrontati gli aspetti organizzativi descritti nei capitoli 2 e 4 si riportano, con funzione di promemoria, i punti da verificare e predisporre prima di attivare il cantiere:

• autorizzazioni ed eventuali notifiche preliminari;

• stabilità della struttura albero su cui si deve operare;

• condizioni e problematiche del luogo di lavoro;

• necessità di personale in termini di numero e professionalità;

• descrizione dei sistemi e delle procedure operative;

• segnalazione adeguata del luogo di lavoro e individuazione delle aree pericolose nelle successive fasi di lavoro;

• contenuti del piano di emergenza.

 

 Copia del Programma dei Lavori deve essere disponibile presso i luoghi di lavoro ai fini della verifica da parte dell’organo di controllo competente per territorio (art. 116 del D. Lgs n. 81 del 9 aprile 2008, punto f). 




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