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TECNICHE DI RECUPERO DI INFORTUNATO IN CHIOMA

Codice: EDITORIALE RECUPERO INFORTUNATO IN QUOTA


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Dettagli:

TECNICHE DI RECUPERO DI INFORTUNATO IN CHIOMA  Fonte: manuale treeclimbing regione Piemonte.

L’operare in modo professionale nella disciplina del treeclimbing richiede la conoscenza di tecniche adeguate per il recupero di eventuali operatori feriti in chioma, coscienti o incoscienti. L’esistenza di tecniche di lavoro differenti (a corda singola o doppia), la molteplicità di attrezzi normalmente impiegati e le diverse situazioni in cui l’eventuale collega ferito può trovarsi, richiedono la conoscenza di più procedure di recupero, utilizzabili nelle specifiche situazioni d’incidente. Di seguito si riportano le principali soluzioni operative che consentono di recuperare in modo rapido e sicuro l’infortunato. Si tratta di prassi che devono essere adeguatamente praticate e consolidate nel proprio bagaglio tecnico al fi ne di una rapida ed effi cace applicazione anche in situazioni di panico.

IMPORTANTE: si ricorda che in caso di infortunio il recupero del ferito deve essere eseguito in tempi brevissimi, poiché, oltre a casi di lacerazioni con ingenti perdite di sangue, persiste il rischio di insorgenza della sindrome da imbrago, all’instaurarsi della quale il decesso può avvenire in meno di 10 minuti!

Le tecniche di seguito riportate fanno riferimento a due condizioni fondamentali che devono essere sempre soddisfatte:

1) la presenza di un operatore a terra adeguatamente formato per poter intervenire in caso di incidente;

 2) la disponibilità di un kit di soccorso contenente le attrezzature necessarie per intervenire.

 Il kit di soccorso deve prevedere:

- corda accessoria di soccorso di lunghezza pari ad almeno 3 volte l’altezza massima dell’ancoraggio in chioma;

- connettore per il capo asolato della corda accessoria di soccorso;

- anello di fettuccia per ancoraggio con connettore;

- anello di fettuccia per rinvio con connettore;

- discensore;

- cordino con 2 connettori per connessione imbragature;

- carrucola con connettore;

- carrucola doppia per rinvio;

- pettorale con connettore.

 I metodi di soccorso si distinguono in due tipologie: svincolo da terra o calata dall’alto. Nel primo caso l’operatore che esegue il soccorso opera esclusivamente da terra, nel secondo caso deve raggiungere l’infortunato in chioma. Nella tipologia della calata dall’alto le tecniche si distinguono ancora a seconda che sia necessario il sollevamento dell’infortunato, in quanto sospeso a bloccanti o posizionato in situazioni da cui risulti impossibile la calata diretta, o senza sollevamento dell’infortunato in quanto vincolato ad un dispositivo di discesa e con un corridoio di calata libero sotto di sè.

 

SVINCOLO DA TERRA

 Tale tecnica si applica solo nei casi, non così frequenti, in cui l’incidente dell’operatore si verifi ca in fase di salita o discesa. L’operatore da recuperare è vincolato esclusivamente su attrezzi di risalita o discesa.

Attrezzature e condizioni necessarie:

• l’infortunato deve trovarsi in una posizione in cui possa essere calato sulla verticale operando da terra, senza spo- stamenti laterali resi necessari dalla presenza di rami o altri ostacoli;

• le corde utilizzate dall’operatore in chioma devono essere lunghe almeno 3 volte l’altezza da terra del punto dell’inci- dente;

• l’ancoraggio a terra delle corde utilizzate dall’operatore in chioma deve avvenire con impiego di discensori.

Procedura: Se le condizioni sopra riportate sono soddisfatte la tecnica è di semplice e rapida applicazione. L’operatore a terra potrà infatti intervenire direttamente, senza salire in chioma, operando sui discensori con cui sono vincolate le corde utilizzate dall’infortunato. La lunghezza delle corde pari a tre volte l’altezza della pianta, aspetto questo che deve essere previsto in fase di allestimento del luogo di lavoro, garantisce la possibilità di far calare l’infortunato anche dal punto più alto della pianta

CALATA DALL’ALTO

Le tecniche di seguito descritte possono essere applicate esclusivamente dall’alto, ossia raggiungendo l’infortunato. Questo può essere fatto dall’operatore di servizio a terra o da uno dei colleghi dell’infortunato già presente in chioma.

CALATA DALL’ALTO SENZA SOLLEVAMENTO

Tale tecnica trova applicazione nel caso in cui l’infortunato sia vincolato alla corda di lavoro con un discensore o con dispositivo analogo per il sistema a corda doppia, l’anticaduta dell’eventuale corda di sicurezza non sia entrato in blocco e le eventuali longe di posizionamento possano essere allentate agevolmente.

Attrezzature e condizioni necessarie:

• deve essere disponibile la corda di emergenza come la normativa in vigore e il buonsenso prevedono;

• il soccorritore deve disporre di un cordino (cordino con 2 connettori per connessione imbragature), previsto nel kit di soccorso, per connettersi all’infortunato una volta raggiunto.

 Procedura 1 (corda di lavoro dell’infortunato non utilizzabile) Il soccorritore sale in chioma utilizzando la corda di emergenza, già presente. Raggiunto l’infortunato si connette al suo attacco ventrale o al ponte della sua imbragatura con il proprio cordino per connessione, quindi allenta il discensore dell’infortunato fino ad averlo in carico, ne sgancia le corde e, infine, procede a calare entrambi fino a terra agendo sul proprio discensore.

Procedura 2 (corda di lavoro dell’infortunato utilizzabile) Anche in questo caso si utilizza la corda di emergenza per raggiungere il punto dell’incidente. Con l’uso del cordino il soccorritore si connette all’infortunato utilizzando il suo attacco ventrale. Il soccorritore dovrà a questo punto staccarsi dalla corda di emergenza facendo riferimento alla corda di lavoro dell’infortunato. Infine il soccorritore, posizionato più basso rispetto all’infortunato, agendo sul discensore di quest’ultimo, può iniziare la calata fino a terra. E’ questa la posizione migliore per guidare la discesa dell’infortunato tra i rami.

CALATA DALL’ALTO CON SOLLEVAMENTO

Tale tecnica trova applicazione nel caso in cui l’infortunato sia vincolato a dei bloccanti (ad esempio in fase di risalita con ventrale e maniglia o con doppia maniglia, oppure in fase di lavoro posizionato con una longe dotata di bloccante), o si trovi in una posizione priva di corridoio di calata, ad esempio ostacolato da rami.

Attrezzature e condizioni necessarie: è necessario reperire un punto di ancoraggio sufficientemente solido a monte dell’infortunato. Questa tecnica si basa sul principio del contrappeso esercitato dal corpo del soccorritore nei confronti del collega ferito. Per prima cosa si sale verso il luogo dell’incidente utilizzando la corda di emergenza già presente, si crea un ancoraggio idoneo al di sopra dell’infortunato (almeno 1-2 metri), il più possibile sulla sua verticale. Se l’infortunato è vicino al fusto principale o sotto ad una branca consistente si posiziona un anello di fettuccia doppio o a strozzo e gli si applica un connettore. Quando il soccorritore raggiunge l’infortunato procede a realizzare il contrappeso vincolando l’imbragatura del ferito con un connettore al capo asolato della corda accessoria di soccorso, quindi, dopo aver rinviato questa nel connettore dell’ancoraggio predisposto, la inserisce in un discensore che connette alla propria imbragatura. A questo punto il soccorritore si mette in tiro sul discensore appena posizionato e scarica quello sulla corda di emergenza allentandolo abbondantemente, quindi utilizzando il proprio peso solleva l’infortunato, lo svincola da bloccanti e/o da altri impedimenti, connette le due imbragature con un cordino e, dopo essersi svincolato dalla corda di emergenza, conclude l’operazione con la calata. In questa situazione il ferito si trova più in alto del soccorritore, posizione ideale per guidare la calata verso terra. Se l’infortunato è nettamente più pesante del soccorritore, o si trova particolarmente incastrato tra i rami, si può aumentare la resa del contrappeso variando di poco la configurazione del materiale utilizzato aggiungendo una carrucola che avrà lo scopo di moltiplicare la forza di sollevamento. Per fare questo la corda accessoria di soccorso non deve essere fissata all’imbragatura dell’infortunato ma su questa viene rinviata mediante una carrucola; il capo asolato va fissato con un connettore al connettore dell’ancoraggio preparato per il contrappeso.

TAGLIO DELLA CORDA

In situazioni di infortunio molto grave e posizione del ferito tale da richiederne il sollevamento per effettuare l’evacuazione, il tempo a disposizione del soccorritore potrebbe non essere sufficiente per garantire la sopravvivenza del collega. In questo caso l’unica soluzione è il taglio della corda che il soccorritore pratica, con un coltello o apposite cesoie, al di sopra dei dispositivi bloccanti dell’infortunato dopo averlo preso in carico connettendolo alla propria imbragatura. Questa possibilità, benché favorisca la rapidità di intervento, è da prendere in considerazione solo in caso di effettiva necessità, poiché, soprattutto in condizioni di forte stress, è molto alto il rischio di tagliare la corda sbagliata o di ferirsi.

RECUPERO SU PALO

 In caso di smontaggio del fusto ormai privo di rami, il recupero dell’infortunato costituisce una situazione che può risultare semplice, molto difficile o addirittura impossibile. Le variabili sono il peso del ferito, la posizione che assume in seguito all’incidente, le capacità tecnico-fisiche del soccorritore. Il soccorritore sale sulla corda di emergenza eventualmente predisposta oppure sulla corda di lavoro del ferito; se questa non è utilizzabile dovrà eseguire la salita con ramponi. Raggiunto l’infortunato installa una corda di soccorso accessoria alla quale si sospende con un discensore, connette il collega alla propria imbragatura e lo svincola dai suoi dispositivi di posizionamento. Se l’operazione riesce il soccorritore procede a calare al suolo entrambi con il proprio discensore. Se lo svincolo del ferito risulta inattuabile, generalmente per l’impossibilità di agire sul bloccante della longe antitaglio o di tagliare la stessa, non resta che assisterlo in attesa di un elicottero di soccorso. D’altra parte questa è la situazione ideale per realizzare un soccorso aereo, non essendo più presente la chioma che lo ostacolerebbe.

RECUPERO IN CORDA DOPPIA

Molto spesso nella realtà lavorativa si riscontrano squadre che operano essenzialmente con il sistema a corda doppia e non dispongono di altro materiale per eventuali operazioni di soccorso.

 Esistono diverse tecniche sviluppate appositamente per questa situazione:

• il soccorritore raggiunge l’infortunato e mette entrambi in carico sul proprio sistema di frizione o su quello del collega;

• il soccorritore si connette all’infortunato e cala entrambi agendo con una mano sul proprio sistema di frizione e con l’altra su quello del collega;

 • il soccorritore raggiunge l’infortunato e congiunge il suo sistema di frizione alla propria imbragatura mediante una carrucola sul nodo di frizione e un cordino, oppure con un cordino applicato alla mano- pola del locjack;

• il soccorritore, raggiunto l’infortunato sulla corda di risalita, crea un ancoraggio con un nodo auto- bloccante a monte e su questo realizza il sollevamento del collega per svincolarlo, connetterlo a se e procedere alla calata.

 

Si è scelto di non illustrare nel dettaglio questi sistemi ed altri poiché, nonostante l’indubbia efficacia e l’eccezionalità delle situazioni di soccorso, al momento si discostano eccessivamente dalla normativa vigente, ad esempio quando si prevede l’utilizzo di un dispositivo di posizionamento per la calata di due persone, o l’azionamento di un dispositivo con una mano anziché due. Pertanto, per maggiori informazioni sull’argomento si rimanda ad altre pubblicazioni o siti internet dedicati.




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