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TECNICHE DI RISALITA E SPOSTAMENTO IN CHIOMA

Codice: EDITORIALE RISALITA E SPOSTAMENTO


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Dettagli:

TECNICHE DI RISALITA E DI SPOSTAMENTO IN CHIOMA Fonte: Manuale treeclimbing regione Piemonte

Nel treeclimbing le corde possono avere diverse funzioni; in accordo con la normativa vigente vengono definite con una precisa terminologia, di seguito riportata, che deve essere nota prima di iniziare a parlare delle tecniche che ne prevedono l’impiego.

 Corda di risalita: consente l’accesso alla chioma della pianta. Per chi opera con il sistema a corda singola, successivamente alla salita in chioma, potrà essere utilizzata come corda di lavoro. Corda di lavoro: sostiene l’operatore durante le fasi di movimento e posizionamento in pianta.

 Corda di sicurezza: trattiene l’operatore in caso di caduta accidentale. E’ connessa all’imbragatura tramite un dispositivo anticaduta ed eventualmente un assorbitore di energia. Si posiziona parallelamente alla corda di lavoro o di risalita e, possibilmente, su un ancoraggio diverso.

 Corda di emergenza: consente al soccorritore a terra di raggiungere l’infortunato in chioma in caso di incidente. Deve essere ancorata ad una altezza superiore rispetto alla/e corda/e di lavoro. In molti casi corrisponde alla corda utilizzata in precedenza per la risalita. Può essere in comune ai diversi operatori che lavorano sulla stessa pianta.

 La stessa corda può quindi avere diverse funzioni nelle varie fasi operative.

Tuttavia è necessario che, sia in fase di risalita che di lavoro, oltre alla corda direttamente destinata a queste operazioni, siano presenti:

• una corda di emergenza di comodo e libero accesso;

• una corda di sicurezza, salvo i casi in cui sia appurato e riportato dal Programma dei Lavori che l’uso di quest’ultima possa rappresentare un pericolo (art. 116 del D. Lgs n. 81 del 9 aprile 2008, punto a)), o quan- do non sussistano i presupposti per la sua corretta entrata in funzione (ad esempio in assenza del neces- sario tirante d’aria al di sotto dell’operatore).

Se si esclude la corda di sicurezza per le motivazioni sopra indicate è necessario adottare misure adeguate per garantire la sicurezza.

SCELTA DEGLI ANCORAGGI

 L’ancoraggio è il punto in cui il climber decide di fissare o rinviare le corde, montare false forcelle. Il più delle volte si fa riferimento a forcelle naturali definite dai rami della pianta.

La scelta degli ancoraggi richiede particolare attenzione e deve essere fatta principalmente sulla base dei seguenti criteri:

• la solidità del punto scelto;

• la funzionalità della posizione scelta.

Per garantire la sicurezza dell’operatore la solidità dell’ancoraggio deve essere tale da sostenere:

• peso dell’operatore;

• peso dell’attrezzatura da lavoro;

• eventuali sollecitazioni dinamiche di una caduta;

• peso di un eventuale soccorritore.

La funzionalità dell’ancoraggio è invece definita dalla sua posizione nel contesto della chioma dell’albero che deve essere tale da garantire una rapida salita e semplificare le successive fasi di lavoro. Il diametro minimo del punto di ancoraggio è indicativamente di 10 cm ma può variare in funzione della specie arborea su cui si opera e di altri aspetti che l’operatore deve saper valutare di volta in volta, alcuni dei quali di seguito descritti. La forcella utilizzata deve essere sufficientemente ampia da consentire lo scorrimento della corda e l’agevole recupero della falsa forcella. E’ opportuno evitare branche o rami secchi, salvo casi di necessità e di appurata solidità. E’ importante posizionare la corda o la falsa forcella intorno al fusto o ramo principale e sopra al ramo laterale, poiché in caso di cedimento di quest’ultimo, esiste la possibilità di arrestare l’eventuale caduta sulla forcella sottostante.

 La posizione scelta per l’ancoraggio deve essere la più alta e centrale possibile rispetto alla chioma dell’albero, per garantire una rapida risalita e, di seguito, raggiungere agevolmente le zone d’intervento evitando o limitando la necessità di spostare l’ancoraggio della corda di lavoro. L’operatore sarà tanto più comodo e sicuro nella sua attività quanto più la sua posizione risulta prossima alla verticale dell’ancoraggio.

INSTALLAZIONE DELLE CORDE DA TERRA

Lancio del sagolino e issaggio della corda

La prima operazione da compiere consiste nel lanciare, in direzione dell’ancoraggio prescelto, un pesino costituito da un sacchetto di tessuto pieno di pallini di piombo o altro materiale, al quale è fissato un sagolino, ossia un cordino che servirà per issare la corda.

 Il sacchetto è caratterizzato, oltre che dalla forma e consistenza del tessuto e delle cuciture, dal peso che può variare da 200 a 500 grammi; i pesini più utilizzati sono da 250 o 350 grammi. Un pesino più leggero può essere lanciato ad altezze maggiori, ma spesso non è in grado di opporsi alla resistenza che il sagolino incontra in fase di discesa, soprattutto su alberi con corteccia ruvida o che presentano altre cause di attrito o impedimento. Il sagolino, generalmente di polietilene o polipropilene, deve essere leggero ed avere la tendenza a scorrere su ogni superficie. Esistono anche altri materiali tra cui scegliere, con una maggiore resistenza allo strappo, caratteristica che talvolta può risultare utile. Il lancio può essere effettuato a mano; con la pratica si possono raggiungere efficacemente altezze di 20 o più metri. In alternativa si può ricorrere all’uso di un’apposita fionda che consente di raggiungere altezze maggiori o di forzare passaggi stretti tra rami fitti.

Prima di procedere l’operatore deve indossare il casco per proteggersi dall’eventuale ritorno del pesino nella zona di lancio e dalla caduta di rami sospesi, inoltre deve delimitare un’area di sicurezza sufficientemente ampia per evitare di colpire altre persone. Il sagolino deve essere disposto ordinatamente, davanti a chi lancia, sul terreno pulito o in un contenitore. L’estremità del sagolino opposta a quella lanciata deve essere fissata affinché, se necessario, arresti la corsa del pesino. Il lancio si effettua tenendo il sagolino tra pollice ed indice a una distanza variabile dal pesino (50-80 cm), facendolo oscillare fino al momento di dargli la spinta verso l’alto in direzione della forcella prescelta (esistono varie possibilità di prensione del sagolino).

Se il lancio non ha buon esito (non ha raggiunto o non è passato nella forcella prescelta), conviene calare il pesino fino a terra e slegarlo prima di recuperare il sagolino per un nuovo tentativo; si evita così il rischio di impigliare il pesino tra i rami o di riceverlo addosso in fase di caduta. Una volta raggiunto il punto di ancoraggio scelto o comunque idoneo, se necessario si potrà agire sul sagolino, anche su entrambi i capi, sfruttando l’azione del pesino, per disporlo nel modo migliore rispetto al tronco. In particolare questo accorgimento può essere necessario perché risulti piazzato su una sola forcella, condizione indispensabile per la salita in corda doppia. Quando il sagolino è correttamente posizionato, una volta slegato il pesino, vi si collega, con un apposito nodo (nodo sagolino-corda), la corda di risalita e si procede ad issarla, prestando attenzione al momento in cui questa deve scavalcare la forcella di ancoraggio.

ANCORAGGIO DELLE CORDE

Nella pratica del treeclimbing esistono vari metodi per ancorare le corde; queste si differenziano innanzi tutto in base al sistema di lavoro utilizzato, corda singola o corda doppia, e alla possibilità di applicarli da terra o in quota.

CORDA SINGOLA Di seguito si descrivono 3 possibili soluzioni utilizzabili nel sistema a corda singola, da terra (soluzione n. 1 e n. 2) o in quota (soluzione n. 3).

 Soluzione 1. Dopo aver issato la corda con il sagolino, si ancora con un connettore un capo asolato della corda ad un anello di fettuccia posizionato a strozzo al piede della pianta, quindi si utilizza il braccio discendente libero della corda per la risalita o per il lavoro. 

 Soluzione 2. Come nel caso precedente si utilizza l’ancoraggio a terra (apposito anello di fettuccia posizionato a strozzo al piede della pianta) per fissare un discensore autobloccante in cui viene fatto passare il braccio ascendente della corda, mantenendo a terra un avanzo di corda pari almeno alla distanza dal suolo della forcella di ancoraggio in quota. Questo consentirà la calata dell’operatore da terra in caso di necessità (vedi cap. 7.1 “Svincolo da terra”). E’ buona norma realizzare un’asola tampone sulla corda libera in uscita dal discensore.

soluzione 3. In quota la corda può essere ancorata collegando il capo asolato con un connettore ad un anello di fettuccia posizionato doppio o a strozzo su una forcella. In alternativa è possibile strozzare direttamente la corda con il connettore montato sul capo asolato, prestando attenzione al fatto che il connettore non sia soggetto a leve anomale.

CORDA DOPPIA Di seguito si descrivono 4 soluzioni utilizzabili per ancorare le corde nel sistema a corda doppia, da terra (soluzione n. 1, 2, 4) o in quota (soluzione n. 3).

soluzione 1. La corda è posizionata su una forcella naturale (biforcazione) in quota e i due capi liberi possono essere utilizzati per la risalita con doppia maniglia e footlock.

soluzione 2. La corda è posizionata su una forcella naturale in quota e strozzata al di sotto di questa mediante un nodo ad otto, con o senza l’ausilio di un connettore, in cui è infi lato il capo opposto della corda. Tale soluzione può essere utilizzata per la risalita con doppia maniglia e footlock ma anche per la risalita in corda singola.

soluzione 3. La corda di lavoro viene ancorata in quota mediante una falsa forcella.

 

soluzione 4. La corda di lavoro è posiziona su una carrucola unita da un connettore al capo asolato di una corda singola. Quest’ultima viene issata fi no a portare la carrucola poco sotto l’ancoraggio in quota; per rendere la corda di lavoro svincolabile da terra, con la possibilità di calare l’operatore in caso di necessità , l’altro capo della corda singola deve essere inserito in un discensore autobloccante connesso alla fettuccia dell’ancoraggio a terra di cui si è già detto (soluzione 2 della corda singola).




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