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2 - ISTRUZIONI PER L’ESECUZIONE IN SICUREZZA DI LAVORI SU ALBERI CON FUNI

Codice: EDITORIALE INAIL 2


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Dettagli:

INAIL - ISTRUZIONI         PER        L’ESECUZIONE  IN           SICUREZZA         DI LAVORI SU ALBERI CON FUNI

(Bozza di testo da approvare, Luglio 2016)

 

Documento tecnico redatto dal Gruppo di lavoro Nazionale coordinato dall’INAIL, Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici

 

INDICE:

5. Pericoli e misure di prevenzione e protezione

5.1 caduta dall’alto

5.2 contatto non intenzionale con parti attive di linee elettrice

5.3 contatto non intenzionale dell’operatore con attrezzature da taglio

5.4 condizioni meteorologiche sfavorevoli

5.5 insetti e animali pericolosi

5.6 caduta di oggetti

5.7 difficoltà di comunicazione fra gli operatori

 

 

 

 

5.            PERICOLI E MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

Nei paragrafi che seguono sono identificati i principali pericoli che possono manifestarsi durante le fasi attuative della tecnica di lavoro su alberi con funi. 

5.1          CADUTA DALL’ALTO

Le principali fasi operative della tecnica di lavoro su alberi con funi espongono il lavoratore al pericolo di caduta dall’alto le cui conseguenze prevedibili a carico dello stesso sono lesioni di carattere permanente o morte.

Le principali cause che possono determinare il verificarsi del pericolo di caduta dall’alto sono le seguenti:

•             cedimento della pianta o di parti di essa: i cedimenti sono il più delle volte da attribuire alla presenza di difetti strutturali della pianta. Per impedire il verificarsi dell’evento è necessario effettuare un’accurata analisi visiva e se del caso strumentale   utilizzando   le   modalità   consigliate   dalla   ricerca   scientifica per l’individuazione dei principali difetti strutturali o dei loro sintomi quali: fessurazioni, carie, rigonfiamenti o depressioni, scortecciature, parti morte, funghi agenti di carie, cavità, corteccia inclusa ecc.;

•             cedimento dei punti di ancoraggio: i cedimenti sono solitamente da attribuirsi ad inserzioni deboli o rami di dimensioni non sufficienti;

•             taglio delle funi o di altri componenti tessili: il contatto accidentale delle lame degli attrezzi da taglio con una fune comporta tagli o lacerazioni che possono portare anche alla sua completa rottura. L’evento può verificarsi a carico della fune di lavoro o di altri componenti tessili quali, ad esempio, il cordino di posizionamento.

Nella tecnica di lavoro su alberi con funi la protezione del lavoratore dal pericolo di caduta dall’alto è ottenuta con l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) contro le cadute composti da un’imbracatura di sostegno e di arresto caduta destinata a essere indossata dal lavoratore, un dispositivo di ancoraggio alla pianta e un sistema di collegamento tra i due. Detti dispositivi di protezione devono essere indossati ed utilizzati dall’operatore in tutte le fasi in cui vi è il pericolo di caduta dall’alto. Ciononostante si rammenta che i dispositivi di protezione individuale (DPI) contro le cadute dall’alto possono determinare danni al lavoratore per effetto di:

•             forza d’urto al momento dell’arresto della caduta: con l’impiego dell’imbracatura per il corpo e di adeguati dispositivi di protezione individuali si riduce la forza d’urto al momento dell’arresto della caduta. Si rammenta che l’uso degli assorbitori di energia richiede un “tirante d’aria” sufficiente ad arrestare la caduta in condizioni di sicurezza. È necessario pertanto accertarsi che al di sotto dell’operatore vi sia uno spazio sufficiente e libero da ostacoli;

•             effetto pendolo: si intende l’oscillazione del corpo con possibile urto contro ostacoli quando il lavoratore che si trova lateralmente rispetto alla verticale dell’ancoraggio tende, per effetto della gravità, a tornare sulla stessa verticale. Tale evento si manifesta a seguito di caduta per perdita di equilibrio o di un’errata manovra di posizionamento. L’impatto contro il fusto o i rami è il momento pericoloso del pendolo. L’intensità dell’impatto aumenta con il crescere dell’angolo che la corda definisce fra la verticale dell’ancoraggio e il punto di partenza del pendolo. Per impedire il verificarsi dell’effetto pendolo è necessario impiegare dispositivi aggiuntivi di posizionamento durante lo spostamento dell’operatore ovvero frazionando o rinviando la fune di lavoro;

•             sindrome da sospensione: è una situazione che si crea quando un corpo rimane appeso senza movimento per un periodo di tempo più o meno prolungato.   Questa   sindrome   può   colpire   i   lavoratori   che,   dotati     di un’imbracatura, sono appesi ad una fune o altro sistema di collegamento. È una condizione clinica a evoluzione mortale in breve tempo quando associa alla sospensione cosciente (persona appesa), la perdita di coscienza (persona non cosciente che non risponde e non si muove). Questa sindrome ha evoluzione già dopo qualche minuto di sospensione e porta dapprima a perdita di coscienza e, se non si interviene, a morte per insufficienza prevalentemente cardiocircolatoria e ischemia cerebrale in pochi minuti (3 – 30 minuti) a seconda delle caratteristiche del soggetto e delle condizioni ambientali. È una situazione di emergenza che gli altri componenti della squadra di lavoro devono affrontare allertando immediatamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale e contemporaneamente attivando le procedure di emergenza indicate al paragrafo 6.6. Al sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale devono giungere chiare l’informazione di paziente incosciente e sospeso e la dinamica dell’infortunio. É importante riportare a terra l’infortunato prima possibile. I fattori predisponenti alla sindrome sono la disidratazione, lo sfinimento, l’esaurimento da calore o da ipotermia. In assenza di traumi, i sintomi precoci che preavvisano lo sviluppo di una sindrome da sospensione non conclamata o incipiente sono: sudorazione, nausea, vertigini, formicolii alle gambe o alle braccia, tachicardia all’inizio e turbe del ritmo e brachicardia nelle fasi più avanzate, malessere generale e oppressione toracica.

5.2          CONTATTO NON INTENZIONALE CON PARTI ATTIVE DI LINEE ELETTRICHE

La presenza di linee elettriche in prossimità della pianta rappresenta una fonte di pericolo estremamente elevata. Pertanto i lavori con funi su alberi devono essere eseguiti garantendo il rispetto delle distanze di sicurezza riportate in tabella 1 (le distanze sono desunte dalla tabella 1 dell’Allegato IX al d.lgs. n. 81/2008). Dette distanze devono essere misurate a partire dalla parte più esterna della chioma rivolta verso la linea elettrica. Nel caso in cui i lavori prevedano l’atterramento di rami, le distanze di cui alla tabella 1 devono essere misurate a partire dal punto in cui è effettuato il taglio per l’atterramento del ramo e devono essere aumentate di un valore pari alla lunghezza del ramo a partire dal suo punto di taglio (vedi figura 1).

Nel caso in cui le distanze di sicurezza di cui sopra non possano essere rispettate è necessario, nel tratto di linea interessata dalle lavorazioni, far mettere fuori tensione e in sicurezza la linea elettrica mediante accordi con il gestore della linea stessa.

5.3          CONTATTO NON INTENZIONALE DELL’OPERATORE CON ATTREZZATURE DA TAGLIO

Durante le azioni di taglio, il contatto non intenzionale dell’operatore con la catena della motosega portatile o le lame degli utensili manuali è causa di infortuni anche gravi. È pertanto necessario che siano presi i dovuti accorgimenti per la corretta scelta e il corretto uso delle attrezzature da taglio e dei dispositivi di protezione individuale. Per la scelta e l’uso della motosega a catena portatile, sia essa per lavori forestali che per potatura, si rimanda a quanto indicato nel paragrafo 8.

5.4          CONDIZIONI METEOROLOGICHE SFAVOREVOLI

I lavori su alberi con funi sono influenzati dalle condizioni meteorologiche sfavorevoli. Non solo eventi straordinari (trombe d’aria, improvvisi e violenti temporali), ma anche normali condizioni meteorologiche avverse (pioggia, neve, venti, temperatura ed umidità), diverse da quelle attese, possono determinare cedimento di parti di pianta, perdita di equilibrio, folgorazione, affaticamento, spossatezza, colpo di calore, ipotermia ecc. Fermo restando la necessità di valutare le caratteristiche di comfort dell’operatore, i lavori su alberi con funi devono essere svolti solo quando le condizioni meteorologiche siano tali da non determinare:

•             bagnatura delle superfici dei rami tale da generare perdita di aderenza delle calzature;

•             agitazione di rami tale da generare perdita di stabilità dell’operatore o comunque l’impossibilità di gestire correttamente le operazioni di lavoro.

In ogni caso, laddove le situazioni atmosferiche siano tali da comportare l’insorgenza di fenomeni temporaleschi, è necessario interrompere immediatamente l’attività lavorativa.

5.5          INSETTI E ANIMALI PERICOLOSI

Il lavoro sugli alberi con funi espone l’operatore al contatto con agenti biotici potenzialmente pericolosi anche per soggetti non allergici (principalmente insetti comprese le formiche, aracnidi come gli scor pioni nonché i roditori presenti in chioma).

E’ molto importante accertarsi della loro presenza e/o di eventuali loro nidi nella valutazione pre-accesso. Nel caso siano presenti nidi all’interno di carie, è necessario procedere all’eliminazione degli stessi.

I principali insetti pericolosi sono:

•             calabrone (Vespa crabro), ape (Apis mellifera), vespa (Vespa spp.): sono imenotteri assai diffusi che possono costruire i loro nidi dentro le cavità di fusti o di grosse branche, più raramente su rami esposti alle intemperie. Durante il periodo vegetativo, non sempre è facile individuare il via-vai degli insetti che segnala la presenza di nidi mentre in inverno gli insetti non sono attivi, permangono nel nido, ma possono essere ridestati dai tagli o dalla distruzione del nido. È elevato il pericolo che l'operatore sia punto anche da più insetti contemporaneamente con effetti anche gravi, che possono essere letali in soggetti sensibili o allergici;

•             lepidotteri urticanti: alcuni lepidotteri defogliatori (Processionaria del pino e della quercia -Thaumetopoea spp.-, Bombice dal ventre bruno -Euproctis chrysorrhoea-) risultano pericolosi perché nella fase di larva producono peli urticanti che sono dispersi nell'ambiente circostante in occasione delle mute, della costruzione dei nidi o come forma di difesa. Gli effetti del semplice contatto coi peli, variabili in relazione alla sensibilità dei singoli operatori, possono essere irritazioni o reazioni allergiche della pelle, delle mucose e delle vie respiratorie. Nel caso del Bombice, il pericolo dei peli urticanti, presenti anche sull'addome dell'adulto, persiste anche nel periodo invernale.

5.6          CADUTA DI OGGETTI (ATTREZZATURE DI LAVORO O PARTI DI PIANTA)

La caduta di oggetti dall’alto è uno dei pericoli costantemente presenti durante tutte le fasi di lavoro su alberi con funi e può verificarsi all’interno della chioma e sotto la stessa. Durante la fase di spostamento in chioma, è necessario che gli attrezzi ed altri accessori utilizzati dai lavoratori siano agganciati alla loro imbracatura o al sedile o ad altro strumento idoneo (es. fune di servizio, ancoraggio di servizio, porta seghetto).

La caduta o la calata controllata di materiale di risulta, quale ad esempio rami, porzioni di fusto, monconi, frutti, deve avvenire in un’area preventivamente individuata denominata zona di pericolo collegata alla caduta di oggetti (vedi organizzazione cantiere, par. 6.1).

In ogni caso, considerato che il pericolo di caduta di oggetti è sempre presente indipendentemente dalle misure organizzative e/o procedurali, è sempre necessario che gli operatori a terra e in quota indossino dispositivi di protezione del capo (casco protettivo). È inoltre necessario che gli operatori a terra indossino abbigliamento ad alta visibilità al fine di individuare la loro posizione da parte dell’operatore in quota.

5.7          DIFFICOLTÀ DI COMUNICAZIONE FRA GLI OPERATORI

 

In contesti ambientali rumorosi ovvero su piante che presentano caratteristiche strutturali (elevata altezza, conformazione della chioma, stato vegetativo ecc.) tali da impedire o limitare la comunicazione verbale diretta tra operatore a terra e in quota, è necessario garantire la comunicazione verbale indiretta (comunicazione radio) ovvero attraverso segnali gestuali in conformità alle indicazioni dettate all’Allegato XXXII al d.lgs. n. 81/2008. L’utilizzo di segnali gestuali non deve in ogni caso pregiudicare la stabilità dell’operatore in quota.



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