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3 - ISTRUZIONI PER L’ESECUZIONE IN SICUREZZA DI LAVORI SU ALBERI CON FUNI

Codice: EDITORIALE INAIL 3


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Dettagli:

INAIL - ISTRUZIONI         PER        L’ESECUZIONE  IN           SICUREZZA         DI LAVORI SU ALBERI CON FUNI

(Bozza di testo da approvare, Luglio 2016)

 

Documento tecnico redatto dal Gruppo di lavoro Nazionale coordinato dall’INAIL, Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici

 

INDICE:

6. procedure di lavoro

6.1 organizzazione dell’area di lavoro

6.2 esame visivo dell’albero e dell’area circostante

6.3 accesso in quota

6.4 spostamento in chioma

6.5 taglio in quota

6.6 gestione delle emergenze

 

 

 

6.            PROCEDURE DI LAVORO

6.1          ORGANIZZAZIONE DELL’AREA DI LAVORO

Preliminarmente alle attività che comportano lavori su alberi con funi è necessario:

•             impedire l’accesso all’area di lavoro alle persone non autorizzate. La limitazione dell’accesso all’area di cantiere può essere ottenuta attraverso la demarcazione del suo perimetro, utilizzando dispositivi segnaletici bicolore, quali nastri, ovvero provvedendo al posizionamento di barriere (es. transenne). La demarcazione non è necessaria laddove si stia operando su aree private il cui accesso risulta già limitato per la presenza di barriere fisiche (muri perimetrali, recinzioni, cancelli ecc.) e all’interno delle quali non vi siano altre attività in corso;

•             individuare la zona di pericolo collegata alla caduta di oggetti (materiale di risulta, utensili, attrezzi) che può essere identificata con un’area avente diametro almeno pari a 1,5 volte quello della proiezione a terra della chioma dell’albero oggetto di intervento. Nel caso di alberi di altezza elevata e chioma raccolta (stretta) è necessario, in relazione alla valutazione del rischio, aumentare il diametro della zona di pericolo in funzione dell’altezza dell’albero. All’interno della zona di pericolo di caduta oggetti possono accedere unicamente i componenti della squadra di lavoro previa autorizzazione da parte dell’operatore in chioma;

•             definire le zone di deposito delle attrezzature necessarie allo svolgimento delle attività lavorative (attrezzature di lavoro, funi ecc.) e della cassetta di pronto soccorso o del pacchetto di medicazione;

•             definire la zona destinata al deposito temporaneo del materiale di risulta in maniera tale da garantire la sicurezza in fase di accesso e di circolazione sicura dei mezzi necessari alla movimentazione e al trasporto di detto materiale. In ogni caso il deposito del materiale di risulta non dovrà ostacolare le operazioni di emergenza;

•             garantire in tutte le fasi di lavoro la comunicazione tra lavoratore/i in quota e lavoratore/i a terra che deve essere verbale o gestuale e comunque chiara, efficace, condivisa e collaudata a terra prima di iniziare i lavori. La comunicazione gestuale è considerata sufficiente nel caso in cui il lavoratore a terra abbia una completa visione dell’area di lavoro e del lavoratore in quota per l’intera durata del lavoro. Laddove le condizioni di lavoro siano tali da impedire la comunicazione verbale e gestuale diretta, è necessario fare ricorso ad un contatto audio indiretto. Questo  deve  essere  ottenuto  utilizzando  un  sistema  in  grado  di  garantire   la comunicazione senza che i lavoratori debbano impegnare le mani (ad esempio un dispositivo di comunicazione con microfono ed auricolare).

•             garantire in tutte le fasi di lavoro l’agevole individuazione dei componenti della squadra; a tal fine è necessario che questi indossino abbigliamento ad alta visibilità;

•             programmare le attività lavorative con particolare attenzione alle misure di emergenza per poter immediatamente soccorrere il lavoratore in caso di necessità, come previsto dall’art. 116 del d.lgs. n. 81/2008;

•             organizzare la squadra di lavoro prevedendo almeno la presenza di:

- un preposto adeguatamente formato;

- ove necessario, un lavoratore a terra  con il compito di:

- controllare la zona di pericolo collegata alla caduta di oggetti evitando l’ingresso imprevisto di terzi e l’insorgere di fonti esterne di pericolo;

- mantenere libere e ordinate le funi utilizzate dal lavoratore in quota;

- mantenere sgombra la zona di pericolo collegata alla caduta di oggetti da attrezzature non in uso ed altri impedimenti;

- verificare costantemente le condizioni del/i lavoratore/i in quota;

- attivare le procedure per soccorrere il/i lavoratore/i in quota in caso di necessità. Allo scopo, il lavoratore a terra deve essere formato per mettere in atto le procedure di emergenza individuate al paragrafo 6.6. Il lavoratore a terra è necessario nel caso in cui:

- sulla pianta vi sia un solo lavoratore in quota;

- non sia garantita l’assenza di persone terze;

- sia ritenuto necessario ai fini dell’attivazione rapida del sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale;

- un lavoratore adeguatamente formato e addetto ad intervenire in quota mettendo in atto le operazioni di recupero dell’infortunato in caso di emergenza.

•             Valutare  l’interferenza  di  fattori  esterni  all’area  di  lavoro.  Un  elenco non esaustivo degli elementi da considerare è il seguente:

-              presenza di terzi in prossimità all’area di lavoro;

-              presenza di edifici, manufatti o altre piante;

-              presenza di reti tecnologiche (es. strade, linee ferroviarie, elettrodotti, metanodotti);

-              utilizzo di altre attrezzature di lavoro o veicoli (es. autogrù, cippatrici, elicotteri);

-              pericolo di incendio di vegetazione secca;

-              presenza di animali domestici o selvatici.

 6.2 ESAME VISIVO DELL’ALBERO E DELL’AREA CIRCOSTANTE

Per la sicurezza dell’operatore è fondamentale l’analisi visiva dell’albero sul quale si deve salire ed operare al fine di comprendere se vi siano le condizioni di applicabilità della tecnica di lavoro con funi su alberi.

Essa richiede conoscenze di base relative alla biologia ed alla fisiologia degli alberi, come quelle relative alle risposte della pianta a seguito di danni, ferite, sofferenze ecc.

Un elenco non esaustivo di elementi da valutare è il seguente:

a)            difetti strutturali (es. carie, rotture, branche o rami con corteccia inclusa, zone necrotiche) a carico di  colletto, fusto e chioma;

b)           stato fisiologico (es. presenza di parti secche, deperimento localizzato o generalizzato della pianta);

c)            corpi fruttiferi di funghi agenti di carie del legno;

d)           stato del terreno alla base dell’albero (es. avvallamenti, rigonfiamenti, presenza di crepe).

Deve essere eseguita inoltre una valutazione dell’area circostante l’albero, in particolar modo nei luoghi fortemente antropizzati, per valutare possibili danni pregressi soprattutto a carico degli apparati radicali.

Un elenco non esaustivo di elementi da valutare è il seguente:

-              infrastrutture edili o stradali, recinzioni, muretti, vialetti lastricati ecc.;

-              presenza di scavi recenti o pregressi;

-              passaggio di sotto servizi.

6.3 ACCESSO IN QUOTA

L’accesso in quota mediante funi, ai sensi del comma 1 dell’articolo 116 del d.lgs. n. 81/2008, deve essere compiuto prevedendo l’impiego di sistemi costituiti almeno da:

•             due funi ancorate separatamente, di cui una destinata all’accesso, detta fune di lavoro, e l’altra con funzione di dispositivo ausiliario, detta fune di sicurezza. Le due funi devono avere colori diversi;

•             imbracatura di sostegno del lavoratore collegata:

-          alla fune di lavoro attraverso meccanismi sicuri di salita e discesa e dotata di un sistema autobloccante volto a evitare la caduta nel caso in cui il lavoratore perda il controllo dei propri movimenti;

-          alla fune di sicurezza attraverso un dispositivo mobile contro le cadute che segue gli spostamenti del lavoratore.

Dette funi devono essere dotate di dispositivi atti a evitare la loro fuoriuscita dai meccanismi quali ad esempio terminazioni prefabbricate o chiuse con idoneo nodo.

L’ancoraggio delle funi di lavoro e di sicurezza deve avvenire attraverso i sistemi di seguito identificati, la cui differenza principale è sostanzialmente riconducibile alla zona dell’albero in cui avviene l’ancoraggio:

1.            Ancoraggio a strozzo diretto della fune - la fune può essere ancorata collegando l’asola prefabbricata o realizzata con nodo idoneo (es. a otto con frizione), di seguito definita capo asolato, con un connettore, strozzandola direttamente (vedi figura 2). Una possibile variante può essere rappresentata dal caso in cui la fune, scavalcando la forcella, sia strozzata al di sotto di questa mediante un nodo realizzato nel braccio ascendente, con l’ausilio di un connettore, in cui è infilato il braccio discendente della fune (vedi figura 3);

2.            Ancoraggio della fune con dispositivo a strozzo – la fune può essere ancorata collegando il suo capo asolato con un connettore ad un dispositivo (es. un anello di fettuccia) posizionato a strozzo sul punto di ancoraggio prescelto (vedi figura 4). Una variante può essere rappresentata dall’ancoraggio di tipo regolabile (vedi figura 9);

3.            Ancoraggio della fune con dispositivo passante - la fune può essere ancorata collegando il suo capo asolato con un connettore ad un dispositivo (es. un anello di fettuccia) passante intorno al punto di ancoraggio prescelto (vedi figura 5). Nel caso di corda raddoppiata è possibile ricorrere all’ancoraggio indicato in figura 8;

4.            Ancoraggio della fune alla base dell’albero - dopo aver issato la fune, si realizza un ancoraggio fisso (vedi figura 6) collegando un connettore a un capo asolato della fune secondo le modalità descritte nei precedenti punti 1 o 2, quindi si utilizza il braccio discendente libero della fune per la salita. In alternativa all’ancoraggio fisso è possibile realizzare un ancoraggio svincolabile (vedi figura 7) utilizzando un discensore autobloccante vincolato alla base dell’albero in cui è fatto passare il braccio ascendente della fune. In questo caso è necessario mantenere a terra un avanzo di fune pari almeno alla distanza dal suolo della forcella di ancoraggio in quota. L’utilizzo del discensore autobloccante in alternativa al connettore consente di poter intervenire per calare da terra il lavoratore in caso di necessità (vedi par. 6.6). Nel caso in cui si opti per avere un solo braccio ascendente della fune nella sua parte più alta del braccio discendente è possibile vincolare la fune di lavoro e di sicurezza utilizzando ad esempio un dispositivo multi ancoraggio. Ciò è possibile solo nel caso in cui il braccio ascendente della fune si trovi ad una distanza dalla fune di lavoro e di sicurezza superiore al raggio di azione degli utensili trasportati durante la fase di accesso. Inoltre, laddove si opti per quest’ultima soluzione, non è consentito l’utilizzo di qualsiasi utensile o attrezzatura da taglio durante la fase di accesso.

Durante tutte le fasi di accesso in quota, il lavoratore deve essere dotato di un’adeguata imbracatura di sostegno collegata:

•             alla fune di sicurezza attraverso un dispositivo mobile contro le cadute che segue gli spostamenti del lavoratore;

•             alla fune di lavoro attraverso meccanismi sicuri di salita e discesa e dotata di un sistema autobloccante volto a evitare la caduta nel caso in cui il lavoratore perda il controllo dei propri movimenti.

 6.4 SPOSTAMENTO IN CHIOMA

Lo spostamento in chioma rappresenta la fase attraverso la quale il lavoratore si muove dal punto di accesso alla chioma alla zona di lavoro propriamente detta, ovvero la parte della chioma dove devono essere effettuate le operazioni di manutenzione della pianta.

Durante questa fase il lavoratore deve essere sempre assicurato con due funi ancorate separatamente. In casi eccezionali opportunamente dichiarati, valutati, documentati nel programma dei lavori e confermati dal preposto, è possibile l’uso della sola fune di lavoro, purché sia garantito un equivalente livello di sicurezza:

a)            attraverso la scelta di un meccanismo o dispositivo che non possa essere accidentalmente scollegato dalla fune di lavoro in qualsiasi punto lungo la stessa;

b)           garantendo la permanenza, per tutta la durata dei lavori, di una fune di emergenza di lunghezza sufficiente a raggiungere il terreno da qualsiasi punto della chioma della pianta;

c)            garantendo che gli spostamenti del lavoratore all’interno della chioma non espongano lo stesso al rischio di oscillazione (effetto pendolo);

d)           non utilizzando attrezzature o utensili da taglio;

e)           trasportando gli utensili da taglio manuali contenuti in apposita custodia;

f)            ecc.

Nei casi eccezionali l’uso della fune di sicurezza può rendere il lavoro più pericoloso in quanto impedisce o limita i movimenti dell’operatore negli spostamenti laterali.

6.5.        TAGLIO IN QUOTA

Le attività di taglio sono essenzialmente finalizzate alla potatura e allo smontaggio di alberi. Il taglio in quota deve essere effettuato secondo procedure di lavoro coordinate tra il/i lavoratore/i in quota e il/i lavoratore/i a terra. Ciascun lavoratore in quota deve comunicare al/ai lavoratore/i a terra l’inizio di ogni operazione che preveda la caduta al suolo di materiale di risulta.

Durante le operazioni che prevedono l’utilizzo di attrezzature e/o utensili da taglio, il posizionamento del lavoratore deve essere realizzato mediante due funi ancorate separatamente (fune di lavoro e fune di sicurezza) ovvero da altri dispositivi di pari efficacia. Deve essere garantita la presenza di una fune di emergenza efficace per altezza e collocazione per soccorrere immediatamente il lavoratore in caso di necessità.

6.6.        GESTIONE DELLE EMERGENZE

La programmazione dei lavori deve prevedere le misure necessarie per poter soccorrere immediatamente il lavoratore in caso di necessità. Allo scopo risulta necessario garantire: 

•             un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. A tal fine qualora il luogo di lavoro abbia la copertura di un servizio di telefonia mobile, è considerato idoneo l’impiego di un telefono cellulare. Nel caso in cui il luogo di lavoro non abbia copertura di un servizio di telefonia mobile, ma questa sia garantita nelle sue vicinanze, l’uso del telefono cellulare è comunque considerato idoneo a condizione che la squadra di lavoro sia costituita da almeno due lavoratori a terra di cui uno incaricato di effettuare le operazioni di recupero dell’infortunato e l’altro incaricato di recarsi nella zona con copertura di rete mobile per attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. Se il luogo di lavoro non è coperto neanche nelle immediate vicinanze da un servizio di telefonia mobile, è necessario predisporre un ponte radio con una stazione dotata di un mezzo idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. In ogni caso, ai fini del rapido intervento del sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale, è necessario che la comunicazione indichi in maniera inequivocabile la localizzazione del luogo di svolgimento del lavoro fornendo precisi indirizzi (città, via o strada o piazza e numero civico) e, in mancanza di questi, fornendo informazioni su precisi punti di riferimento ovvero coordinate geografiche (lavori in bosco ecc.);

•             la presenza di un operatore nell’area di lavoro adeguatamente formato ed equipaggiato per poter intervenire in caso di necessità effettuando le operazioni di recupero dell’infortunato;

•             la disponibilità di una cassetta di pronto soccorso in caso di squadra di lavoro con tre o più lavoratori o di un pacchetto di medicazione qualora la squadra sia costituita da due lavoratori.

Le necessità di ulteriori integrazioni dei presidi di primo soccorso possono essere individuate dal medico competente ove previsto.

Il salvataggio deve essere effettuato in coerenza con le fasi di seguito descritte:

•             attivazione rapida del sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale;

 •            verifica della presenza di materiale pericolante in quota, dello stato di integrità della fune di emergenza e identificazione del suo tragitto;

•             progressione e smontaggio di eventuali frazionamenti;

•             raggiungimento dell’infortunato;

•             collegamento dell’infortunato a un punto della sua imbracatura specificatamente previsto dal fabbricante per le operazioni di salvataggio;

•             se necessario, svincolo dell’infortunato dal sistema a cui era precedentemente collegato;

 

•             discesa a terra.



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